Davide Orecchio, Tra il documento e la grazia (su Doppiozero)

Davide Orecchio, Tra il documento e la grazia

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Davide Orecchio, da sempre, lavora sulle biografie, sulla storia, sulla cronaca. Va negli archivi, entra nei documenti. L’autore romano prende la storia vera e la asseconda e la reinventa, l’azione della sua scrittura prende ciò che è avvenuto – in un tempo vicino o lontano o molto lontano – e lo porta davanti alla finestra, la luce serve ad aggiungere un elemento di finzione a una vita vera, miscelare la narrativa veloce al passo del saggio, il ritmo, a volte fiabesco, a volte poetico a quello documentale, composto da date, luoghi e fatti accaduti, fatti che sono nei libri (qualche volta) che abbiamo studiato, nei giornali (sempre più raramente) che andiamo leggendo. Alla base di tutto c’è però molto lavoro di ricerca, un lavoro serio da scienziato, da storico, a questi si aggiunge il lavoro dello scrittore, qui la cura per i fatti storici si fonde a quella per l’invenzione letteraria, generando romanzi e racconti che danno ai fatti accaduti un riverbero nuovo, aggiungendo l’elemento del punto di vista fantastico. [Leggi l’articolo su Doppiozero]